Aut Aut – di John D. McDonald

ERA già piuttosto tardi, e lavoravo ancora a quel preventivo. La nostra cliente voleva sapere quanto sarebbe venuto a costarle un motel di dieci casette e il mio principale, John Long, era riuscito a convincerla con tanta abilità, che ormai nessun altro al mondo se non l’Impresa Costruzioni John Long avrebbe potuto eseguire quel lavoro. Possedeva già l’appezzamento di terreno di fronte al Tamiami Trail, e desiderava che il motel fosse pronto prima dell’inizio della stagione, quando i turisti cominciano a viaggiare pieni di denaro. Era settembre, e faceva ancora un caldo spaventoso. Le mie dita sporche lasciavano tracce appiccicose sul foglio; lavoravo senza camicia, eppure ero fradicio di sudore. Desideravo soltanto smettere, percorrere con la macchina scoperta le trenta miglia che mi separavano da Sarasota, sedermi a un tavolo, il più vicino possibile a un ventilatore, e ordinare a Red un mule, da bere con le mani strette al bicchiere ghiacciato, mentre Charlie Davies suonava per me Body and Soul. Ne avevo abbastanza di John Long, e dei preventivi che dovevo fare senza avere né la capacità, né l’esperienza necessarie, e di dover continuamente procurarmi ora il cemento, ora i mattoni forati, ora gli scarti del legno di cipresso per le varie costruzioni.