L’archivio della confraternita di Santa Maria Santissima dei Miracoli di Castel Rigone. Inventario.

Ministero per i Beni Culturali e Ambientali
Soprintendenza Archivistica per L’umbria:
Curatore: A cura di Elisabetta Bogini.
Editore: Quattroemme – 1996,
EAN: 9788885962163
ISBN: 8885962165

Collana: Coll.Scaffali senza Polvere,
diretta da Luigi Londei e Mario Squadroni
Formato: cm.21×28, pp.200,
Illustrazioni: b/n

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La Confraternita, di natura laica, fu istituita per gestire la costruzione ed il funzionamento del Santuario dedicato alla Madonna, fatto erigere tra il 1494 ed il 1532 nel luogo dove erano avvenuti fatti miracolosi. La municipalità di Perugia deliberò il 3 maggio 1494 in merito all’edificazione. Nel 1532 la fabbrica della Chiesa e le sue proprietà vennero affidate al governo della Confraternita, denominata allora della Beata Maria, la quale, da quel momento in poi, fu unita nelle finalità e nelle proprietà alla Confraternita dell’ospedale dei poveri, già esistente. La bolla di Clemente VII del 26 gennaio 1531 previde che essa provvedesse alla costruzione ed alla riparazione della fabbrica della Chiesa, all’erezione di un campanile, alla sepoltura nella Chiesa dei confratelli e delle persone morte nel lazzaretto, alla gestione dell’ospedale. 
Il primo statuto di cui si ha testimonianza è del 1622, probabilmente l’unico fino al 1977. In esso erano redatte le costituzioni e i capitoli della Confraternita della Madonna dei miracoli e del gonfalone di Castel Rigone, denominazione assunta in seguito all’aggregazione all’Arciconfraternita del gonfalone di Roma, avvenuta nel 1613. Nello statuto del 1622 si sottolineava la necessità che i fratelli fossero, in primo luogo, buoni osservatori di tutti gli ordini di Santa romana chiesa. La Confraternita risultava diretta da un priore, da quattro officiali, dal depositario dei denari e da tre consiglieri o “officiali vecchi”. Il priore convocava le adunanze ed era responsabile della sede dell’associazione e dell’edificio occupato dai cappellani. Gli officiali erano eletti, così come il priore, ogni tre anni in occasione dell’assemblea generale che si teneva, e si tiene ancora oggi, nel giorno di San Marco, il 25 aprile. Con decreto vescovile nel 1703 venne abolito l’articolo 30 delle Costituzioni, relativo alle modalità di elezione degli officiali, affidata alla maggioranza dei confratelli. 

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