Quest’opera ha una importanza specifica nella ricerca di un idioma musicale russo iniziato da Glinka e Dargomyžskij, poi continuato dopo il 1860 da Musorgskij, Borodin e Rimskij-Korsakov. Quest’ultimo, dopo aver lasciato alle spalle una già vasta produzione di opere improntate sui temi fiabeschi derivanti dalla tradizione popolare, poi completatasi con Il gallo d’oro, si avvicinò ad un soggetto che il librettista II’ja Tjumenev aveva tratto dall’omonimo dramma a forti tinte di Lev Mej. Nacque così, nel 1899, La sposa dello zar, una partitura ricca di colori anche se non sempre all’altezza delle sottointese pieghe, ora fortemente realistiche, ora vagamente demoniache, di una trama in cui passione e gelosia, innocente ingenuità e odio sono alla base di una trama e di una partitura a tinte fosche, tesa e drammaticamente pregnante, densa di sinistri presagi.
Si narra della gelosia di Ljubaša, offesa e tradita da Grjaznoj, boiardo al seguito dello zar, che le preferisce la bella Marfa. Marfa, però, rifiuta Grjaznoj perché è fidanzata di Ivan Lykov, del quale ha atteso pazientemente il ritorno da una missione in Europa, anche se deve rinunciare a lui appena apprende di essere stata scelta, fra dodici pretendenti, come futura sposa dello zar Ivan il Terribile. Grjaznoj fa preparare una pozione d’amore da fare bere a Marfa; Ljubaša, a sua volta, per vendicarsi, si concede allo stesso medico alchimista Bomelij pur di ottenere da lui un filtro di diversa natura: velenoso e in grado di rovinare la bellezza e la giovinezza della rivale. Marfa, ormai alla corte della Zar, comincia prima delle nozze a dare sintomi di squilibrio e Grjaznoj incolpa Ivan Lykov di aver avvelenato Marfa. Sotto tortura il poverino confessa una colpa che non ha e viene per questo giustiziato per mano dello stesso Grjaznoj. Marfa, intanto, manifesta segni di vera follia. Il colpo di scena avviene alla fine. Ljubaša confessa di essere stata lei ad aver sostituito la pozione d’amore con quella avvelenata che sta portando alla morte Marfa. L’epilogo è tragico. Grjaznoj, in preda all’ira, uccide la sua compagna e viene poi condannato a morte non prima di aver dato l’ultimo saluto a Marfa che, nel delirio, lo scambia per Lykov.
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La sposa dello zar
OPERA IN QUATTRO ATTI
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Compositore
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Librettista
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Anno di composizione
1898
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Lingua originale
russo
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Personaggi
- Vasilij Stepanovič Sobakin, mercante di Novgorod (basso)
- Marfa, sua figlia (soprano)
- Grigorij Grigor’evič Grjaznoj, un opričnik (baritono)
- Maljuta Skuratov, un opričnik (basso)
- Il boiardo Ivan Sergeevič Lykov (tenore)
- Ljubaša (mezzosoprano)
- Elisej Bomelij, medico dello zar (tenore)
- Domna Ivanovna Saburova, moglie di un mercante (soprano)
- Dunjaša, sua figlia e amica di Marfa (mezzosoprano o contralto)
- Petrovna, governante di casa Sobakin (mezzosoprano)
- Un valletto dello zar (tenore)
- Una cameriera (mezzosoprano)
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Prima rappresentazione assoluta
Mosca, Solodovnikov Teatr’, 22 ottobre (3 novembre) 1899
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. Da Wikipedia e https://archiviostorico.operaroma.it/
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