Giuseppe Verdi, la Forza del destino, con Maria Callas

La forza del destino, di Giuseppe Verdi, Con Maria Callas, Richard Tucker, Carlo Tagliabue, Elena Nicolai.
Orchestra e coro del Teatro alla Scala diretto da Tullio Serafin.
Edizione speciale realizzata nel 1978 per il 200nario della fondazione del teatro.

Cofanetto nuovo, mai ascoltato, contenente 3 LP e libretto.
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La prima rappresentazione assoluta ebbe luogo al Teatro Imperiale di San Pietroburgo, oggi conosciuto come Teatro Mariinskij, il 10 novembre 1862.

Il debutto italiano avvenne al Teatro Apollo di Roma il 7 febbraio 1863, con il titolo Don Alvaro con Carlotta Marchisio e Barbara Marchisio. Così il compositore scrisse a Vincenzo Luccardi il successivo 17 febbraio: Se l’opera a Roma è andata abbastanza bene, avrebbe potuto andare mille volte meglio se Jacovacci potesse una volta mettersi in testa che, per avere dei successi, ci vogliono ed opere adatte agli artisti ed artisti adatti alle opere. È certo che nella Forza del Destino non è necessario sapere fare dei solfeggi, ma bisogna aver dell’anima e capir la parola ed esprimerla.

La seconda versione, per la quale Verdi aggiunse la celebre sinfonia, compose un nuovo finale e operò numerose altre modifiche tra le quali la rielaborazione del libretto a cura di Antonio Ghislanzoni, debuttò al Teatro Verdi (Trieste) il 23 settembre 1863 e con successo al Teatro alla Scala di Milano il 27 febbraio 1869. Inoltre il finale fu cambiato, perché nella prima versione russa, l’opera terminava con il suicidio di Alvaro, dopo la morte di Leonora, gettatosi da un burrone. Così Verdi scrisse ad Opprandino Arrivabene il 1º marzo successivo: Sono ritornato qui ieri sera da Milano a mezzanotte stanco morto di fatica. Ho bisogno di dormire quindici giorni di seguito per rimettermi. A quest’ora tu saprai della Forza del destino: vi fu una buona esecuzione ed un successo. La Stolz e Tiberini superbi. Gli altri bene. Le masse, Cori ed orchestra hanno eseguito con una precisione ed un fuoco indescrivibili. Avevano il diavolo addosso. Bene, assai bene. Ho avuto notizie anche della seconda recita: ancora bene, anzi meglio della prima. I pezzi nuovi sono una sinfonia eseguita meravigliosamente dall’orchestra, un piccolo coro di ronda ed un Terzetto col quale si chiude l’opera. Permetti che ti stringa presto la mano e vada a dormire.

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