Hiltler – di Giuseppe Genna

Editore Mondadori 2009
Collana: Piccola Biblioteca Oscar
Formato 12,5×18 Pgg 672
Copertina flessibile con bandelle 
ISBN 9788804585275

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Giuseppe Genna

Ultimo, monumentale (non)romanzo di Giuseppe GennaHitler, edito da Mondadori, 672 pagine; la prima organica trattazione narrativa dell’esistenza di Adolf Hitler, realizzata da un autore italiano.

Da un’intervista a Giuseppe Genna 

In cosa consiste la particolarità di Hitler? 
Carnefici hanno fatto la storia dell’umanità, ma Hitler pone sul campo qualcosa di specifico: egli fa il Male sapendo di farlo. Per lui gli ebrei non sono umani, lo dice e lo scrive apertamente (le metafore sono tutte entomologiche, quando accenna agli ebrei), eppure obbliga le vittime a una disumanizzazione che è la premessa necessaria dello sterminio. È in quel processo di disumanizzazione che Hitler convoca tutto l’Occidente, tutta la strumentazione culturale umanistica, che non attendeva altro che il momento in cui rovesciarsi in antiumanismo. Hitler è questo momento, è il vuoto atteso che si spalanca tra uomo e uomo. Hitler ha questa funzione eppure è Hitler: è il responsabile primo e ultimo dello sterminio di sei milioni di ebrei, del tentativo di sradicare, per dirla con parole di Himmler, dalla “sostanza biologica” l’intero popolo ebraico.

Ma su quali basi lei afferma che Hitler faceva il Male sapendo di farlo? 
I saggi induisti risponderebbero: prima indaghiamo realmente, poi vediamo se la domanda ha ancora motivo di sorgere. L’indagine che compio è un invito non tanto ad assumere sapere intorno a Hitler, bensì a sentire profondamente cosa irradia. Dal punto di vista storico ci sono tutte le basi per affermare che Hitler compie il Male sapendo di compierlo. Non è sufficiente osservare che lo sterminio degli ebrei sarebbe per lui un bene in vista del Reich millenario al cui sogno si dedica. È proprio questa prospettiva che mantiene Hitler nel mitologizzabile, nel leggendario, nell’umano e nel tragico – mentre egli non ha nulla di tragico né di umano, poiché non esprime mai ambiguità e possibilità di errore, che è una delle cifre dell’umano (detto che non esprime mai amore e, ovviamente, empatia).

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