Fino a ora confinato nelle pieghe di una colorita aneddotica, il mondo della prostituzione medievale si trasforma, grazie al ricco e affollato affresco di Rossiaud, in un osservatorio complesso e variegato delle dinamiche sociali: dallo specchio delle consuetudini sessuali l’indagine giunge a illuminare le strutture demografiche e matrimoniali fino a ripercorrere i tragitti delle mentalità e dell’universo dei valori in Francia lungo un arco cronologico che va dal Xll al tardo XV secolo. In uno scenario occupato da folle di “efebi neri” e dominato da un clima di violenza organizzata (alle confraternite della gioventù, dedite allo stupro collettivo, si conta che partecipasse almeno una volta un giovane su due), la prostituzione offre-nel quadro delineato da Rossiaud – uno strumento di incanalamento e controllo delle pulsioni sociali distruttive. Elemento di riequilibrio interno alle comunità, garante della sicurezza collettiva e dell’istituto matrimoniale, la prostituzione si configura così, in una continua ambivalenza, come “complice indispensabile della commedia cittadina”.(scheda di Tarpino, pubblicata L’Indice 1984, n. 1).
fonte Google Boooks
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