Ma Pavlova- le chemins de la création

Ma Pavlova – Le chemins de la création
Balletto di Roland Petit
Teatro dell’Opera di Roma. Stagione 1986
Formato 20×20 Pgg 96
Copertina flessibile

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Secondo i documenti ufficiali, Anna Pavlova nacque a San Pietroburgo il 12 febbraio 1881 nell’ospedale militare del Reggimento Preobraženskij, da Ljubov Fëdorovna, una lavandaia, e da Matvej Pavlovič Pavlov, un soldato ebreo il cui vero nome era Šabetaj Šamaš. Si vociferava, però, che la bambina fosse figlia in realtà di un banchiere ebreo, presso cui Ljubov Fëdorovna aveva lavorato come governante, e che l’uomo non avrebbe mai riconosciuto la paternità per evitare di compromettere la propria posizione nella società. Venuta al mondo prematura e malata, fu portata dalla madre in campagna, dove viveva la nonna paterna, e qui il suo fisico si fortificò.

Quando aveva otto anni, di nuovo a San Pietroburgo, la madre le fece vedere a teatro una rappresentazione de La bella addormentata e lì la Pavlova capì che voleva diventare una ballerina. Due anni più tardi, a 10 anni, fece l’audizione per entrare alla Scuola dei Balletti Imperiali, venne accettata e vi rimase fino al diploma che ottenne ai 18 anni. Il primo balletto nel quale si esibì fu un Pas de Trois ne La Fille Mal Gardée al Teatro Mariinskij. Non danzò mai nel corpo di ballo. Tra i suoi maestri si ricorda soprattutto Enrico Cecchetti.

Anna Pavlova negli anni 10

Nei primi anni dei Balletti russi lavorò per Sergej Djagilev danzando con Vaclav Nižinskij, prima di fondare la sua compagnia ed esibirsi in tutto il mondo. La Pavlova può essere considerata una specie di ambasciatrice della danza, poiché fino ai 50 anni ha danzato nei principali teatri del mondo, portando la danza in posti nei quali non era mai arrivata.

Cambiò per sempre l’ideale della ballerina. Alla fine dell’Ottocento, le ballerine al Mariinskij dovevano essere forti tecnicamente e questo in genere significava avere un corpo compatto, muscoloso e forte. La Pavlova era magra, di aspetto delicato ed eterea, perfetta per ruoli romantici come quello di Giselle. Aveva uno splendido collo del piede, il che voleva dire che il suo piede era estremamente delicato. Per questo motivo rafforzò le scarpette da punta aggiungendo un pezzo di cuoio sulla suola per avere maggior sostegno e appiattendo la mascherina della scarpa. Questi accorgimenti furono considerati da molti una specie di “truffa” e così la Pavlova fece ritoccare tutte le sue foto per non mettere in evidenza le sue scarpette. Da qui però si può far risalire l’inizio della scarpa da punta moderna, meno dolorosa e più facile da usare per chi ha i piedi eccessivamente arcuati.

La Pavlova è famosa soprattutto per l’esibizione ne La morte del cigno coreografato per lei da Michel Fokine, su musica tratta da Il carnevale degli animali di Camille Saint-Saëns e rappresentato per la prima volta nel 1907 a San Pietroburgo. È stato senz’altro il cavallo di battaglia della grande ballerina.

        • Compositore

          AA. VV.

        • Coreografia Originale

          Roland Petit

        • Anno di composizione

          1986

        • Personaggi

          • Sbarra
          • La Morte del Cigno
          • Le Silfidi
          • Valzer dell’Addio
          • Variazione per tre ballerini
          • Mazurka
          • Ma Pavlova
          • 7 Cigni
          • Il Cigno nero
          • Leda e il cigno
          • Arlecchinata
          • Coquelicots
          • Don Chisciotte
          • Violetera
          • Saties – 3 Gymnopedies
          • Isadora
          • Thais
          • Finale

. Da Wikipedia e https://archiviostorico.operaroma.it/                                 

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