Martin Eden – di Jack London

Casa Editrice Sonzogno, Milano. 1964
Formato 11×17,5 – Pgg 378
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Jack London

Martin Eden vive a Oakland all’inizio del 1900. Nonostante sia un marinaio che ha seguito poche classi delle elementari, Martin Eden fa di tutto per elevarsi al di sopra della sua condizione di illetterato iniziando un difficile e appassionato periodo di studi in autonomia per diventare uno scrittore affermato, cosa che sente come un desiderio irrefrenabile. La ragione dichiarata per questo suo volersi affermare, nonostante la sua condizione sociale, è il suo amore per Ruth Morse, sorella minore di Arthur, giovanotto dalla borghesia di San Francisco che Martin aveva salvato da una rissa.

Arthur lo invita a cena, un po’ per ringraziarlo di quanto ha fatto ma anche per mostrare alla sua famiglia un rappresentante di un mondo violento a loro sconosciuto. Anche Martin entra in contatto con un mondo di cui aveva soltanto letto sui libri e capisce che la sua unione con Ruth, di cui subito si innamora, sarebbe possibile solo se riuscisse a colmare la distanza intellettuale e di censo tra lui e la classe di lei. Ruth diventerà la fidanzata di Martin che però sarà sempre osteggiato dalla famiglia che tenterà costantemente di dissuadere la ragazza dal suo proposito di sposarlo.

Dopo un periodo di grandi difficoltà materiali e intenso studio e lavoro su poesie, racconti, libri e saggi durato due anni, Martin riuscirà a raggiungere quella fama e il denaro che aveva desiderato più per Ruth che per se stesso, grazie a un saggio filosofico intitolato La vergogna del Sole, che diventerà il caso letterario dell’anno, suscitando dispute in Stati Uniti ed Europa. Ma questo avverrà solo dopo che due episodi gli avranno prosciugato l’anima: il suicidio del suo caro amico e mecenate Russ Brissenden, scrittore e poeta anch’egli, e l’abbandono da parte della fidanzata, finalmente convinta dai genitori a lasciarlo a causa di un falso articolo scritto su di lui, che lo dipingeva come un fanatico socialista. La ragazza gli scrive una lettera di addio nella quale gli rimprovera, per l’ennesima volta, di non essere riuscito a trovarsi un lavoro e a fare qualche cosa di buono nella vita.

Quasi immediatamente dopo questi due terribili eventi, il successo e il conseguente cambiamento nella posizione sociale di Martin Eden convinceranno tutti coloro i quali l’avevano deriso, sfuggito o odiato in precedenza a cambiare radicalmente opinione e Martin viene invitato a cena dai notabili della città e a tenere conferenze nei circoli più esclusivi di San Francisco. Anche Ruth, spinta segretamente dalla famiglia, tenterà un riavvicinamento per il quale però Martin, completamente disilluso, non dimostrerà il minimo interesse. Anzi, peggio, per la sua visita e il suo amore dichiarato non proverà alcuna emozione.

Martin smette di scrivere e riesce a vendere tutto quanto quello che aveva prodotto nei due anni precedenti, anche le opere meno riuscite, stabilendo lui stesso il prezzo. Aumenta in questo modo la sua ricchezza, tanto da poter facilmente fare fronte ai suoi debiti e mantenere tutte le promesse di rimborso, ritenute farneticanti, che aveva fatto ai pochi amici e parenti che l’avevano, anche se minimamente, aiutato a non morire di fame. In questo periodo l’unica cosa che riempie le giornate di Martin è l’ossessiva domanda su cosa fosse cambiato in lui e nelle sue opere, dato che i lavori che ora gli editori si contendevano e gli compravano a qualunque prezzo erano gli stessi che pochi mesi prima avevano rifiutato, mentre le stesse persone che ora gareggiavano per averlo ospite a cena l’avevano lasciato soffrire la fame.

Il romanzo si conclude con il suicidio di Martin che si annega nel mare che era stata la sua prima casa di marinaio.

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